Colpo di frusta. Cos’è e come si cura con la fisioterapia.

 In BLOG, Clinica della Colonna

Cos’è il colpo di frusta

La sindrome da colpo di frusta o “whiplash” coinvolge circa l’80% delle persone implicate in un incidente automobilistico, in particolare in un tamponamento.

È una condizione clinica ancora poco conosciuta, ma costosa e disabilitante, che si verifica in seguito ad un brusco trasferimento di energia, in accelerazione-decelerazione, al rachide cervicale.

In sintesi, si tratta di movimento anormale tra il capo e il resto del tronco, come se le due porzioni si muovessero in direzioni opposte e in maniera asincrona, in un brevissimo lasso di tempo.

Epidemiologia

• 52-68% lesioni cervicali derivano da incidente stradale.

• Incidenza annuale: 300-600 casi su 100.000 abitanti in Europa – 14192 casi in Italia nel 2017

(9,6% degli infortuni totali)

Aspetti socio-economici

• Costi diretti: Esami diagnostici e Cure riabilitative

• Costi indiretti: Assenteismo lavorativo e Perdita di produttività

Come avviene?

Colpo di frusta
  1. Prima fase: flessione del rachide cervicale superiore (RCS) e conseguente estensione del rachide cervicale inferiore (RCI).
  2. Seconda Fase: effetto compressivo causato dall’estensione che avviene a livello del Rachide Cervicale Inferiore.
  3. Terza fase: ritorno del capo nella posizione di partenza, in cui si determina uno stress importante a carico della componente capsulare.

Il poggiatesta è un argomento molto dibattuto. In uno studio hanno valutato se la costruzione di poggiatesta specifici per il colpo di frusta automobilistico possa in qualche modo limitare le lesioni a cui può andare incontro il rachide. In effetti, questo sembrerebbe avere un effetto positivo riducendo la probabilità di lesioni a livello del rachide cervicale.

Segni e Sintomi

L’insorgenza dei sintomi può essere immediata o 12-15 ore post-trauma.

I principali sono:

  • dolore cervicale, dolore alla testa e parestesie agli arti superiori
  • riduzione dei movimenti del rachide
  • Inibizione della muscolatura profonda e iperattivazione di quella superficiale
  • alterazioni del controllo motorio/posturale
  • sintomi psicologici/cognitivi
  • affaticabilità, disturbi del sonno, in particolare disturbi cognitivi come disturbi alla concentrazione

Date queste problematiche, nei soggetti colpiti c’è una RIORGANIZZAZIONE DELLA STRATEGIA MOTORIA e una conseguente perdita della fisiologica lordosi cervicale.

Inoltre, quasi tutti i pazienti con colpo di frusta, indipendentemente dal grado di lesione, presentano disturbi psicologici, come lo stress post-traumatico.

Questi diminuiscono in 2-3 mesi, in particolare nei pazienti con sintomi lievi, parallelamente alla diminuzione di dolore e disabilità.

Diagnosi del colpo di frusta

Valutazione

Il primo step è escludere le patologie gravi, le cosiddette “red flag”.

Successivamente, si sottopone il paziente alle Canadian C-Spine Rule, strumento che permette di identificare i pazienti che, in base ai sintomi manifestati, necessitano di esame radiografico (RX) del rachide cervicale in seguito a trauma.

Tramite tale valutazione, i pazienti si possono classificare come:

Alto rischio: età inferiore ai 65 anni, Trauma importante, Parestesie AASS.

Medio rischio: dolore alla palpazione, difficoltà deambulazione, difficoltà a stare seduti, trauma/tamponamento abbastanza importante, insorgenza di dolore immediata al collo.

Per l’esame fisico faremo:

•             esame obiettivo neurologico

•             esame nervi cranici

•             test di stabilità del rachide cervicale

In generale, è opportuno guidare il paziente nell’anamnesi per estrapolare le informazioni rilevanti a stabilire se ci troviamo in una fase acuta o avanzata.

Il decorso nel tempo è in media da 3 a 6 mesi.

  • Il periodo critico è subito dopo il trauma: prime 3 settimane.
  •  il 50% recupera completamente a 3 mesi dal trauma.
  • Il 25% presenta dolore e disabilità di intensità lieve a 24 mesi dal trauma.
  • Il 25% presenta dolore e disabilità di intensità severa a 24 mesi dal trauma.

I livelli iniziali di elevata disabilità, di esagerazione del proprio dolore, e di paura del movimento, sono predittivi per un rischio di cronicizzazione.

Complicanze
  1. Sintomi classificati come sensomotori:

– Disturbi dell’equilibrio.

– Controllo oculomotorio errato (difficoltà a leggere, visione offuscata, difficoltà a leggere lo schermo del computer o del telefono).

– Aumentata attività del sistema dolore, chiamata sensibilizzazione

  • Disturbi all’articolazione temporo-mandibolare.
  • Stress post traumatico, presente dal 16 al 23 % a seconda se li si valuti a 3 o 6 mesi dall’evento whiplash.

Trattamento fisioterapico

L’uso del collare non sempre è consigliato.

La frattura vertebrale è l’unica condizione in cui ne è raccomandato l’utilizzo prolungato.

Nel resto dei casi, il mantenimento del collare per tempi eccessivi potrebbe essere nocivo a lungo termine.

Per questo motivo, in fase acuta, risulta essere fondamentale l’educazione del paziente: verranno fornite le informazioni necessarie al trauma subito e come affrontarlo, insieme ad un programma di esercizi mirati al recupero del movimento e sul controllo motorio, senza dolore, che coinvolgono la muscolatura profonda.

Inoltre, il clinico deve rassicurare e consigliare al paziente di rimanere attivo, continuare le normali attività quotidiane, in quanto una restrizione volontaria delle attività può causare un ritardo nel recupero.

In fase subacuta si proseguirà con un approccio manuale, con mobilizzazioni e manipolazioni dove concesso, e l’esercizio svolto dal paziente sarà fondamentale per il processo di guarigione, con l’obiettivo di rinforzo e di resistenza della zona interessata, controllo posturale e stabilizzazione.

In fase avanzata lo scopo del trattamento fisioterapico sarà più globale: gli esercizi non saranno più soltanto sul collo, ma coinvolgeranno altri distretti, come l’articolazione temporo-mandibolare, il cingolo scapolare e il rachide dorsale.

Infine, si potrà scegliere insieme al paziente di consultare un’altra figura sanitaria per la gestione dello stress post-traumatico.

Tutto questo avrà come obiettivo principale il recupero delle attività di vita quotidiana della persona, in un tempo compatibile alla guarigione dei tessuti e alla ripresa della funzione ottimale del distretto anatomico. 

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